“Lo sai perché mi piace cucinare?”

“No, perché”?

“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!”

Julie&Julia

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martedì 9 aprile 2019

Perchè a Pasqua regaliamo l'uovo?




Tutti noi e, nel mondo intero, festeggiamo ogni anno la santa Pasqua. Ci scambiamo auguri e, più o meno, tutto il mondo è a conoscenza del perché si festeggia questo evento santo. Ma, non tutti sanno, però,  perché si regala proprio l’uovo di cioccolato a PasquaQual è il motivo, il simbolismo che sta alla base di questo “dono” dolcissimo e sacro? Le sue origini sono davvero lontane e antichissime ma, ignorate dalla maggior parte di noi. L’origine di questa dolce tradizione tutta al cioccolato risale all’antichità come dono alla vita.  Quest’anno, quando riceveremo in regalo un uovo di Pasqua o, quando lo regaleremo, potremo davvero ringraziare chi ce lo ha donato, sapendo il valore simbolico immenso che possiede. Scopriamolo, dunque insieme partendo da un po’ di storia.

L’uovo di Pasqua ha avuto tratti simbolici sin dai tempi antichi. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità: secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l’uovo come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).  La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, è correlato alla festa pasquale sin dal Medioevo.

Nel Cattolicesimo, l’uovo simboleggia proprio un sasso che sta a significare la pietra e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a rinascere da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa  un simbolo di risurrezione, di vita.
Nel Medioevo, invece, lo scambio delle uova decorate come regalo era un’usanza della servitù ma, la diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.
L’usanza però di nascondere un piccolo dono all’interno delle uova di Pasqua ha origini molto nobili e si deve il suo successo all’orafo Peter Carl Fabergé, che alla fine dell’800 in Russia,  ricevette dallo zar Alessandro III il compito di preparare un dono speciale per la figlia, la zarina Maria; l’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, una sorta di uovo-matrioska: un uovo di Pasqua di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. 

La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo di Pasqua. Quindi, se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è merito dell’orafo russo Fabergé. Ma non tutti su questo, concordano. C’è chi ricorda come già nel Settecentonella città di Torino c’era infatti l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato. Secondo quest’altra interpretazione potrebbero essere stati quindi proprio i Piemontesi i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa.
Durante il periodo di Quaresima, in concomitanza del digiuno, le uova vengono spesso accumulate per il periodo successivo. Mentre, nella tradizione  greco ortodossa l’uovo– di gallina –  viene cucinato sodo,  e da secoli viene colorato, tradizionalmente di rosso, quale simbolo della Passione, ma in seguito anche di diversi colori. Le colorazioni vengono effettuate attualmente con coloranti alimentari tipici della pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle di varietà rossa.
Il giorno di Pasqua, in molti riti, si compie la benedizione pubblica delle uova, simbolo di resurrezione e della ciclicità della vita.
Con la fine del diciannovesimo secolo è scoppiata la moda dell’uovo di cioccolato arricchito al suo interno con una piccola sorpresa. Oggigiorno l’uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale e non più affidati ai migliori maestri artigiani come accadeva un tempo. Infatti, la preparazione delle uova di Pasqua delle più svariate dimensioni trova inizio anche più di un mese prima del giorno della Pasqua.

Questo però,  nulla toglie alle classiche uova di cioccolato preparate artigianalmente che sono tuttora molto diffuse in vari Paesi. In alcuni di essi, come la Francia, è tradizione istituire in aree verdi delle cacce pasquali al tesoro, in cui le uova, preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste fra gli alberi e vengono poi ritrovate dai bambini. Tale tradizione sta oggi però affievolendosi per via della diffusione globale dell’uovo pasquale prodotto e distribuito commercialmente.
In molti altri paesi, infine, all’uovo di cioccolato viene ancora anteposto l’uovo di gallina di solito cucinato sodo. Così come anche nei paesi di religione ortodossa permane viva la tradizione delle uova di gallina, come risposta alla diffusione delle uova prodotte commercialmente, giudicate dagli ortodossi una strumentalizzazione consumistica della Pasqua. In Italia l’uovo sodo come simbolo pasquale è rimasto presente soprattutto accompagnato dalla tradizionale colomba pasquale o durante il pranzo con il pane tipico pasquale che in alcune regioni del Sud Italia come, per esempio, la Calabria dove viene chiamato con il nome tipico: “Cuddurac”, ancora si fa. È usanza, infatti, preparare questo pane a forma di treccia con un uovo sodo intero e non sgusciato, posto al centro di esso, in vista.

Fonte web

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