BIG NIGHT
Un grandissimo classico della gastronomia filmica, questa pellicola del 1996 diretta da Stanley Tucci e Campbell Scott rappresenta un esempio eccellente di come si possa portare sullo schermo il mondo della ristorazione, e di quanto una cucina possa significare in termini di appartenenza culturale, percezione di sé e identità.
I fratelli italoamericani Primo e Secondo Pileggi hanno appena inaugurato il loro ristorante in una cittadina della costa Est degli Stati Uniti e si dividono tra l’integralismo di Primo, lo chef, che non vuole cedere a compromessi in cucina e l’accondiscendenza di Secondo, maître, che vorrebbe modulare l’offerta del ristorante per incontrare maggiormente i gusti della nuova clientela. Gli affari però stentano a decollare, soprattutto per via dell’anziano Pascal, proprietario di un locale di successo tutto “spaghetti meatballs” e invischiato nella criminalità organizzata e nel racket.
Sarà proprio lui a fornire ai due fratelli l’occasione della svolta, approntando per loro la grande serata del titolo, durante la quale si esibirà nel locale dei Pileggi una star italoamericana di prim’ordine, Louis Prima. Ma andrà tutto per il verso giusto?
Imperdibile ovviamente il racconto dettagliato del grande menu studiato da Primo per la cena, ed in particolare la mitica scena della preparazione del timpano di maccheroni.
RATATOUILLE
Gioiello della Disney Pixar, Ratatouille racconta come probabilmente saprete delle vicissitudini di Rémy, un topino del sottosuolo parigino dotato di raffinatissimo olfatto, che sogna di diventare chef.
Tra i film sul cibo più citati di sempre. Eppure, magari non sapete che la produzione ha comportato ore passate al French Laundry di Thomas Keller, ove la brigata ha realizzato la maggior parte dei piatti poi riprodotti nel film, che sono stati successivamente fotografati e mangiati dallo staff Pixar prima di essere modellati in 3D.
Lo stesso Keller, inoltre, ha prestato la propria voce al doppiaggio originale del lungometraggio, impersonando in un cameo uno dei clienti del ristorante di Gusteau.
Il ristorante è stato realizzato creando un pastiche di molti importanti templi dell’altissima ristorazione parigina, tra i quali Taillevent, Le Train Bleu, La Tour d’Argent; che una squadra della Pixar ha visitato e osservato direttamente scattando oltre 4500 foto di repertorio.
Nonostante tutto il film sia travolgente per temi e resa estetica, per noi gourmand, rimane indimenticabile la scena del ritorno all’infanzia del critico gastronomico Anton Ego.
IL PRANZO DI BABETTE
Tratto dall’omonimo racconto di Karen Blixen, è ambientato nell’austera Danimarca protestante di fine Ottocento: in un piccolo villaggio rurale arriva, in fuga dalla Comune Parigina, la signora Babette Hersant; che troverà rifugio facendosi assumere come governante dalle due anziane sorelle Martina e Philippa, figlie di un pastore luterano deceduto.
Babette, ormai stabilitasi in Danimarca, riceve dopo quattordici anni notizia di una vincita alla lotteria di diecimila franchi d’oro: utilizzerà la somma per organizzare un grandioso banchetto, che cucinerà per le benefattrici che l’hanno accolta e i loro ospiti. E durante la cena, in un clima generale di benessere e giovialità scatenato dai prodigiosi piatti della cuoca, affiorerà un segreto dal passato…
Da non perdere: il racconto, immortale, delle cailles en sarcophage.
TAMPOPO
Uno “spaghetti western” decisamente atipico, venato di surreale ironia, ambientato nel Giappone degli anni Ottanta.
I due camionisti Goro e Gun, fermatisi a mangiare dei ramen presso la bettola decrepita gestita dalla vedova Tampopo (“Dente di leone”), vengono coinvolti in una rissa per salvare l’onore di lei, avendone la peggio. L’indomani Goro si sveglia in casa della donna, e quando gli viene chiesto un parere sui noodles fornisce un parere poco lusinghiero. Comincerà a questo punto una serie di avventure che vedrà l’eroe della storia, coadiuvato da una schiera di bizzarri personaggi, rimettere in sesto l’attività e la cucina di Tampopo e salvare la giornata.
È un film unico, intervallato da sketch satirici a tema strettamente gastronomico, che mette in luce con levità comica le idiosincrasie nel rapporto tra l’uomo, la società, il cibo e la cultura sfruttando un copione ricalcato buffamente sugli stereotipi del cinema americano.
DELICATESSEN
Una Francia distopica e post-apocalittica è colpita da una grave carestia, i viveri scarseggiano, il mais è usato come moneta di scambio.
Il bottegaio Clapet gestisce la macelleria Delicatessen, nella quale serve la carne di malcapitate vittime umane, che attira con la promessa di camere e posti di lavoro per ucciderle barbaramente.
Questo fino all’arrivo del clown disoccupato Louison, lavoratore infaticabile ed esperto lanciatore de L’australiano, un coltello che torna indietro a mo’ di boomerang dopo essere stato scagliato.
Risparmiato temporaneamente dall’aguzzino, Louison intesserà una relazione con Julie, la figlia di Clapet: la penuria di carne fresca si farà però sentire, e le cose si complicheranno; tanto da spingere la ragazza a chiedere aiuto ai pericolosi Trogloditi, un popolo di vegetariani squilibrati che vive nelle fogne.
Un film ancora una volta grottesco, surreale e ironico; che nasconde dietro il pretesto fantascientifico parecchi spunti di riflessione sul nostro rapporto col cibo, e sui modelli di produzione e di consumo del capitalismo alimentare contemporaneo.
VATEL
Il film racconta la storia vera di François Vatel, cuoco del Principe di Condé, morto suicida per non essere riuscito ad adempire alle preparazioni del banchetto di riconciliazione, organizzato dal nobile in occasione della visita del Re Sole.
Vatel, cuoco dall’infinito talento, è diviso tra i suoi obblighi professionali e di corte e l’amore per Anne de Montausier; dama di compagnia della Regina oltre che amante contesa dal Marchese di Lauzun quanto da Luigi XIV stesso.
Quest’ultimo si recherà in visita al palazzo di Condé per rappacificarvisi in vista di un’imminente guerra con l’Olanda: è proprio in occasione del banchetto finale, però, che una consegna di pesce arrivata in ritardo impedirà allo chef di realizzare il pezzo centrale della tavola, un trionfo di ghiaccio giocato sui temi della mitologia marina, causandone il suicidio.
Presentato fuori concorso al 53º Festival di Cannes.
MANGIA, PREGA, AMA
Film del 2010 diretto da Ryan Murphy, basato sul libro autobiografico di Elizabeth Gilbert. Protagonista del film è appunto Elizabeth, dalla vita apparentemente perfetta ma non soddisfacente. A tre anni dal divorzio, decide di lasciare tutto per intraprendere un viaggio intorno al mondo. Tra tappe suggestive, tra cui l’Italia, musei e opere d’arte, si avvicinerà anche ai piaceri del palato, ingrassando e godendosi la vita nel dolce far niente.
CHOCOLAT
Ci sono tre motivi per vedere Chocolat: la grande interpretazione di Juliette Binoche, Johnny Depp, nel suo personaggio più amato, il cioccolato. È il 1959 nella “tranquilla” Lasquenet e a turbare la sonnacchiosa noia francese arriva Vianne Rochet, giovane donna, che in poco tempo apre una pasticceria, luogo per gli abitanti di paradisiache tentazioni e di ingarbugliate vicissitudini. Un classico da vedere.
JULIE & JULIA
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